Definizione
il Discorso Diretto

testo - pag.1

Capitolo X

Allora Efix parve calmarsi. — È vero, — disse sottovoce. — L'ho ucciso io, tuo nonno, sì. Mille volte avrei confessato per la strada, in chiesa, ma non l'ho fatto per loro. Se mancavo io, chi le assisteva? Ma è stato per disgrazia, Giacì! Questo te lo giuro. Io sapevo che tua madre voleva fuggire, e la compativo perché le volevo bene: questo è stato il mio primo delitto. Ho sollevato gli occhi a lei, io verme, io servo. Allora lei ha profittato del mio affetto, s'è servita di me, per fuggire... E lui, il padre, indovinò tutto. E una sera voleva uccidermi. Mi son difeso; con una pietra gli ho percosso la testa. Egli si aggirò un po' intorno a sé stesso come una trottola, con la mano sulla nuca, e cadde, lontano dal punto ove mi aveva aggredito... Io credevo lo facesse apposta... Attesi... attesi... che si sollevasse... Poi cominciai a sudare... ma non potevo muovermi... Credevo sempre fosse una finzione... E guardavo... guardavo... così passò molto tempo. Finalmente mi accostai... Giacì? Giacì? — ripeté due volte Efix, con voce bassa e ansante, come se chiamasse ancora la sua vittima — lo chiamai... Non rispondeva. E non ho potuto toccarlo... E son fuggito; e poi son tornato... Tre volte così: mai ho potuto toccarlo. Avevo paura... Giacinto ascoltava alto, nero sul cielo rosso: la sua spalla tremava ed Efix, dal basso, credeva di veder tremolare tutto l'orizzonte. Ma d'improvviso Giacinto se ne andò senza dir niente, ed Efix vide davanti a sé lo spazio libero, la vallata rosea solcata d'ombre, su, su, fino alle colline di Nuoro nere contro il tramonto. Un silenzio infinito regnava. Solo qualche grido di rondine pareva uscir dai muri in rovina, e un trotto di cavallo risuonò lontano, sempre più lontano.

Grazia Deledda, Canne al vento

(proff. Galeotti e Vecchi)


lessico - pag.1

Giacì = Giacinto

la compativo = provavo pena per lei

profittato = approfittato

percosso = colpito

(proff. Galeotti e Vecchi)


guida - pag.1

Dal testo alla teoria

Hai mai notato che in certi tipi di testi (letterari e non) la presenza dei discorsi diretti o indiretti risponde a particolari esigenze comunicative e/o a caratteristiche strutturali di quella precisa tipologia di testo?

In un verbale, ad esempio, i vari interventi dei presenti vengono riportati in sintesi ma in maniera rigorosamente oggettiva perché il verbale ha valore di documento ufficiale, a meno che qualcuno non chieda la trascrizione esatta delle proprie parole.

In un romanzo, invece, la presenza di molte scene (caratterizzate da discorsi diretti) rende la storia più accattivante e coinvolgente per il lettore.

Lavorando in piccolo gruppo e facendovi consigliare dall'insegnante, scegliete un film che conoscete e raccontatelo agli altri compagni mettendo in scena una breve rappresentazione nella quale ognuno di voi, parlando in prima persona (e quindi usando il discorso diretto) interpreterà uno dei protagonisti.

(proff. Galeotti e Vecchi)


teoria - pag.1

Il discorso diretto è la trascrizione esatta delle parole pronunciate da qualcuno. Tali parole sono precedute dai due punti e devono essere racchiuse tra le virgolette (queste "..." oppure queste <<...>>), ma può anche essere introdotto da un trattino (che non va ripetuto in chiusura).
È costituito da uno o più periodi autonomi.
Può essere indicato tramite la presenza di verbi specifici, quali: dire, domandare, raccontare, ...

Il discorso indiretto è un riproposizione indiretta delle parole pronunciate da qualcuno. Tali parole non sono più precedute dai due punti, non sono racchiuse tra virgolette e neppure introdotte dal trattino. 
È costituito da una o più proposizioni subordinate.
È retto dal verbo dire o da uno dei verbi di significato analogo.

RICORDA: il passaggio dal discorso indiretto al diretto richiede cambiamenti ancora più significativi che riguardano i tempi dei verbi, le espressioni di tempo e di luogo, gli aggettivi possessivi e dimostrativi, i pronomi personali e possessivi.

Esempio:
Mario disse: "Ci troveremo qui domani alla stessa ora" --> Mario disse che si sarebbero trovati lì il giorno dopo.

Come puoi notare domani è diventato il giorno dopo; qui è diventato ; noi (soggetto sottinteso di "ci troviamo") è diventato essi (soggetto sottinteso di "si sarebbero trovati"). Il soggetto è dunque passato dalla prima alla terza persona.
Anche il modo e il tempo del verbo si trasformano:
Marcus disse a Lida: "Prendi l'ombrello" --> Marcus disse a Lida di prendere l'ombrello / Marcus dice a Lida che prendesse l'ombrello.
Hector bisbigliò a John: "Ti amo!" --> Hector bisbigliò a John che lo amava.
La nonna mi disse: "Questa mattina ho incontrato il tuo amico Giuseppe" --> La nonna mi disse che quella mattina aveva incontrato il mio amico Giuseppe.
Andrea comunicò a Moira: "Domani partirò". --> Andrea comunicò a Moira che il giorno seguente sarebbe partito.

La tabella seguente ti riassume i cambiamenti più significativi:

discorso diretto
discorso indiretto
imperativo
imperfetto congiuntivo o infinito presente preceduto da di
presente
imperfetto
passato prossimo o remoto
trapassato prossimo
futuro
condizionale passato
aggettivi
pronomi
1° persona
3° persona
2° persona
1° o 3° a seconda di chi riporta il discorso

Esempi:
La maestra mi disse: "Vedo che tu hai davvero studiato!" --> La maestra mi disse che si vedeva che io avevo davvero studiato.
La maestra disse a Mohammed: "Vedo che tu hai davvero studiato!" --> La maestra disse a Mohammed che si vedeva che lui aveva davvero studiato.

(proff. Galeotti e Vecchi)


esercizi - pag.1

ESERCIZIO 1

Trasforma i discorsi indiretti del brano seguente (lo trovi alla pagina testo del "DISCORSO INDIRETTO") in discorsi diretti. Ricorda che devi prestare attenzione ai tempi dei verbi, alle espressioni di tempo e di luogo, agli aggettivi possessivi e ai pronomi personali e possessivi.

Capitolo XVII

Era caduto di là, nella valle della morte. Donna Ester lo trovò così, quieto, immobile sotto il panno: fermo fermo. Lo scosse, lo chiamò, e accorgendosi ch'era morto e che lo avevano lasciato morire solo, si mise a piangere forte, con un gemito rauco che la spaventò. Cercò di calmarsi, ma non poteva; era come un'anima che piangeva entro di lei contro sua volontà: allora andò e chiuse il portone perché qualcuno non la sorprendesse a disperarsi così sul servo morto e la gente non s'accorgesse che l'avevano lasciato morire solo, mentre per la famiglia era un gran giorno di festa. In attesa che le ore passassero rimosse il cadavere, secco e leggero come quello d'un bambino, lo lavò, lo rivestì, parlandogli sottovoce, fra una preghiera e l'altra per raccontargli come s'era svolta la cerimonia nuziale, come Noemi piangeva entrando nella sua ricca nuova dimora – piangeva tanto era felice, s'intende – come la casa era piena di regali, come la gente buttava grano e fiori fin dentro il cortile degli sposi, per augurar loro buona fortuna, come tutti insomma erano contenti. — E tu hai fatto questo... di andartene così, di nascosto... senza dir nulla... come l'altra volta... Ah, Efix, questo non lo dovevi fare... oggi, proprio oggi!... Egli pareva ascoltasse, con gli occhi vitrei socchiusi, tranquillo ma deciso a non rispondere da buon servo rispettoso. Donna Ester, ricordandosi che gli piacevano i fiori, spiccò un geranio dal pozzo e glielo mise fra le dita sul crocefisso: in ultimo ricoprì il cadavere con un tappeto di seta verde che avevano tirato fuori per le nozze. Ma il tappeto era corto, e i piedi rimasero scoperti, rivolti come d'uso alla porta; e pareva che il servo dormisse un'ultima volta nella nobile casa riposandosi prima d'intraprendere il viaggio verso l'eternità.

Grazia Deledda, Canne al vento

(proff. Galeotti e Vecchi)


esercizi - pag.2

ESERCIZIO 2

Procurati una copia del verbale dell'ultima assemblea di classe che avete tenuto, poi ricostruisci gli interventi dei tuoi compagni nella forma di discorso diretto.

(proff. Galeotti e Vecchi)

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